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Trascrizione

§ I nipotini di padre Bresciani. C. Malaparte. Cfr. nell’«Italia Letteraria» del 3 gennaio 1932 l’articolo del Malaparte: Analisi cinica dell’Europa. Negli ultimi giorni del 1931 nei locali dell’«École de la Paix» a Parigi l'ex Presidente Herriot tenne un discorso sui mezzi migliori per organizzare la pace europea. Dopo Herriot parlò il Malaparte in contradditorio: «Siccome anche voi, sotto certi aspetti (sic), siete un rivoluzionario, dissi tra l’altro a Herriot (scrive il Malaparte nel suo articolo), penso che siate in grado di capire che il problema della pace dovrebbe essere considerato non solo dal punto di vista del pacifismo accademico, ma anche da un punto di vista rivoluzionario. Soltanto lo spirito patriottico e lo spirito rivoluzionario (se è vero, come è vero, ad esempio, nel fascismo, che l’uno non esclude l’altro) possono suggerire i mezzi di assicurare la pace europea. – Io non sono un rivoluzionario, mi rispose Herriot; sono semplicemente un cartesiano. Ma voi, caro Malaparte, non siete che un patriota».

Così per Malaparte, anche Herriot è un rivoluzionario, almeno per certi aspetti, e allora si fa anche più difficile sapere cosa significa «rivoluzionario» per Malaparte. Se nel linguaggio comune rivoluzionario stava assumendo sempre più il significato di «attivista», di «interventista», di «volontarista», «dinamico», è difficile dire come Herriot possa esserne qualificato, ed Herriot con molto spirito ha risposto di essere un «cartesiano». Per Malaparte «rivoluzionario» mi pare possa intendersi essere ormai un complimento, come una volta «gentiluomo», o «grande galantuomo», «vero galantuomo» ecc. E anche questo è brescianesimo; dopo il 48 ci furono i veri liberali e i libertini e demagoghi.