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Trascrizione

§ Passato e presente. (Cfr. p. 58). Un aspetto essenziale della struttura del paese è l’importanza che nella sua composizione ha la burocrazia. Quanti sono gli impiegati dell’amministrazione statale e locale? E quale frazione della popolazione vive coi proventi degli impieghi statali e locali? È da vedere il libro del dottor Renato Spaventa, Burocrazia, ordinamenti amministrativi e Fascismo, 1928, editori Treves. Egli riporta il giudizio di un «illustre economista» che 17 anni prima, cioè quando la popolazione era sui 35 milioni, calcolava che «coloro che traggono sostentamento da un impiego pubblico, oscillano sui due milioni di persone». Pare che in esse non fossero calcolati gli impiegati degli enti locali, mentre pare fossero calcolati gli addetti alle ferrovie e alle industrie monopolizzate che non possono calcolarsi come impiegati amministrativi, ma devono essere considerati a parte, perché bene o male, producono beni controllabili e sono assunti per necessità industriali controllabili con esattezza. Il paragone tra i vari Stati può essere fatto per gli impiegati amministrativi centrali e locali e per la parte di bilancio che consumano (e per la frazione di popolazione che rappresentano), non per gli addetti alle industrie e ai servizi statizzati che non sono simili e omogenei tra Stato e Stato. Per questa stessa ragione non possono includersi fra gli impiegati statali i maestri di scuola, che devono essere considerati a parte ecc. Bisogna isolare e confrontare quegli elementi di impiego statale e locale che esistono in ogni Stato moderno, anche nel più «liberistico», e considerare a parte tutte le altre forme di impiego ecc.