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Trascrizione

§ Passato e presente. Da una lettera a Uberto Lagardelle di Giorgio Sorel (scritta il 15 agosto 1898 e pubblicata nell’«Educazione Fascista» del marzo 1933): «Deville a pour grand argument que la campagne pour Dreyfus donne de la force aux militaristes et peut amener une réaction. Le malheureux ne voit pas que c’est tout le contraire: la réaction était en train express et elle se bute devant une résistence inopinée, où les avancés ont pour auxiliaire des modérés. Les gens qui ne voyaient pas le mouvement réel, qui en étaient aux apparences trompeuses des scrutins, croyaient que la France marchait dare dare vers le socialisme; j’ai toujours vu qu’elle marchait vers le césarisme. Le mouvement apparait maintenant, parce qu’il y a une pierre dans l’engrenage, les dents grincent et se cassent; mais ce n’est pas la pierre qui a fait naître l’engrenage, mais elle force les aveugles à s’apercevoir qu’il existe».

La mentalità alla Deville è sempre stata diffusa. Quistione dell’offensiva e della difensiva. È da domandare se ogni qualvolta lo «scrutinio» era favorevole alla sinistra, non ci sia stata una preparazione di colpo di Stato da parte della destra, che non avrebbe mai permesso alla sinistra di avere dalla sua parte la forza e il prestigio della così detta «legalità» statale. (Ricordare gli articoli del Garofalo nell’«Epoca» del 1922. Il libro di Nino Daniele su D’Annunzio politico. Modo di impostare la narrazione degli avvenimenti del 1918-19-20 ecc.). Nelle memorie del diplomatico Aldovrandi pubblicate nella «Nuova Antologia» del 15 maggio – 1° giugno 1933 alcuni spunti utilissimi per valutare gli avvenimenti dell’aprile 1919 a Milano. La quistione legata a quella della così detta «violenza» come metodo dogmatico, stupidissima forma di rosolia di quegli anni. (Orlando, che nell’aprile 1919 era a Parigi, non deve essere stato estraneo agli avvenimenti di Milano, che erano necessari alla commissione italiana per sostenere la sua posizione. Anche l’abbiosciamento di Giacinto Menotti non dovette essere senza un motivo forse determinato indirettamente dal governo).