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Trascrizione

§ Angherie. Il termine è ancora impiegato in Sicilia per indicare certe prestazioni obbligatorie alle quali è tenuto il lavoratore agricolo nei suoi rapporti contrattuali col proprietario o gabellotto o subaffittuario da cui ha ottenuto una terra a così detta mezzadria (e che non è altro che un contratto di partecipazione o di semplice affitto con pagamento in natura, fissato nella metà, o anche più, del raccolto, oltre le prestazioni speciali o «angherie»). Il termine è ancora quello dei tempi feudali, da cui è derivato nel linguaggio comune il significato deteriore di «vessazione», che però non sembra abbia ancora in Sicilia, dove è ritenuto normale costume.

Per ciò che riguarda la Toscana, culla della mezzadria (cfr. gli studi recenti in proposito fatti per impulso dell’Accademia dei Georgofili), è da citare il brano di un articolo di F. Guicciardini (nella «Nuova Antologia» del 16 aprile 1907: Le recenti agitazioni agrarie in Toscana e i doveri della proprietà): «Fra i patti accessori del patto colonico, non accenno ai patti che chiamerò angarici, in quanto costituiscono oneri del colono, che non hanno per corrispettivo alcun vantaggio speciale: tali sarebbero i bucati gratuiti, la tiratura dell’acqua, la segatura di legna e fascinotti per le stufe del padrone, il contributo in grasce a favore del guardiano, la somministrazione di paglia e fieno per la scuderia di fattoria e in generale tutte le somministrazioni gratuite in favore del padrone. Io non potrei affermare se questi patti siano ultimi resti del regime feudale sopravvissuti alla distruzione dei castelli e alla liberazione dei coloni, oppure se siano incrostazioni formatesi per abuso dei padroni e ignavia dei coloni, in tempi più vicini a noi sul tronco genuino del contratto». Secondo il Guicciardini, queste prestazioni sono sparite pressoché ovunque (nel 1907), il che è dubbio anche per la Toscana. Ma oltre a queste angherie, occorre ricordarne altre, come il diritto del padrone di chiudere i coloni in casa a una certa ora della sera, l’obbligo di domandare il permesso per fidanzarsi e fare all’amore, ecc., che pare siano stati ristabiliti in molte regioni (Toscana, Umbria) dopo che erano stati aboliti in seguito ai moti agrari del primo decennio del secolo, moti diretti dai sindacalisti.