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Trascrizione

§ Motivi del Risorgimento. Il separatismo siciliano. Un libro di Luigi Natoli, Rivendicazioni (attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860), Treviso, Cattedra italiana di pubblicità, 1927, L. 14. Il Natoli vuole reagire contro quella tendenza di studi e di studiosi che ancor oggi o per scarsa padronanza delle testimonianze o per residui di antiche prevenzioni politiche, mira a svalutare il contributo della Sicilia alla storia unitaria del Risorgimento. L’autore polemizza specialmente con B. Croce, il quale considera la rivoluzione siciliana del 1848 come un “moto separatista” dannoso alla causa italiana ecc. ecc.». Ciò che è interessante in questa letteratura siciliana, giornalistica o libresca, è specialmente il tono fortemente polemico e irritato. Ora la questione dovrebbe essere semplice, dal punto di vista storico; il separatismo o c’è stato o non c’è stato o è stato solo tendenziale in una misura da determinarsi secondo il metodo storico, astraendo da ogni valutazione polemica di partito, di corrente o di ideologia. Se il separatismo ci fosse stato non sarebbe storicamente «riprovevole» o «immorale» o «antipatriottico» ma sarebbe stato un evento da spiegare e ricostruire storicamente. Il fatto che continui accanitamente la polemica significa che ci sono «interessi attuali» e non più passati in gioco, cioè significa che queste pubblicazioni stesse proprio dimostrano ciò che vorrebbero negare. Il Natoli pare sostenga che l’accusa di separatismo gioca sull’equivoco sfruttando il programma federalista che in un primo tempo parve a taluni uomini insigni dell’Isola e alle sue rappresentanze la soluzione più rispondente alle tradizioni politiche locali ecc. In ogni modo il fatto che il programma federalista abbia avuto più forti sostenitori in Sicilia e sia durato più a lungo ha il suo significato.