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Ognuna di queste categorie ha molte varietà, secondo i paesi (in America il romanzo d’avventura è il romanzo dei pionieri ecc.). Si può vedere come nella produzione d’insieme di un paese sia implicito un sentimento nazionale, ma non retorico, abilmente insinuato nel racconto (nel Verne e nei francesi il sentimento antinglese, legato alla perdita delle colonie e al bruciore per le sconfitte marittime ecc.).
In Italia nessuno di questi tipi ha avuto dei rappresentanti di qualche valore (non valore letterario, ma valore commerciale, di invenzione, di costruzione pratica di intrighi macchinosi ma elaborati con una certa razionalità). Neanche il romanzo poliziesco, che è diventato internazionale, ha dei rappresentanti in Italia.
Il curioso è che molti romanzi, specialmente storici, hanno preso l’argomento in Italia. Così Venezia, col suo Consiglio dei dieci, con la sua organiz
L’ultimo tipo di libro popolare è la Vita romanzata, che in ogni modo rappresenta un qualcosa di superiore al Dumas: anche questa letteratura non ha in Italia rappresentanti (il Mazzucchelli? Non ho letto nulla), o almeno non sono paragonabili per numero, fecondità, e anche dati di piacevolezza letteraria ai francesi, ai tedeschi, agli inglesi. Il letterato italiano non scriverebbe una biografia romanzata di Masaniello o di Cola di Rienzo senza inzepparla di stucchevoli pezze d’appoggio retoriche, perché non si creda... non si pensi... ecc. ecc. Così avverrà che queste vite saranno scritte da stranieri (vedi Bianca Capello). È vero che in questi ultimi tempi sono state iniziate molte collane biografiche, ma si tratta di libri che stanno alle vite romanzate come la
È da notare che alcuni tipi di questo romanzo popolare hanno il tipo corrispondente nel teatro e nel cinematografo. Nel teatro devo aver notato altrove come il Niccodemi abbia saputo trovare spunti popolari:
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