Metadati

Trascrizione

§ I nipotini di padre Bresciani. Romanzi popolari. Ricerche statistiche: quanti romanzi italiani hanno pubblicato i periodici popolari più diffusi? Il «Romanzo Mensile», la «Domenica del Corriere», la «Tribuna Illustrata», il «Mattino Illustrato»? La «Domenica del Corriere» forse nessuno in tutta la sua vita (32° anno nel 1930) su circa 80 o 90 romanzi che avrà pubblicato. Credo che la «Tribuna Illustrata» ne abbia pubblicato qualcuno: ma occorre notare che la «Tribuna Illustrata» è enormemente meno popolare della «Domenica» e ha un tipo suo di romanzo. Sarebbe poi interessante vedere la nazionalità degli autori e il tipo dei romanzi d’avventura pubblicati. Il «Romanzo Mensile» e la «Domenica» pubblicano molti romanzi inglesi e di tipo poliziesco (hanno pubblicato Sherlok Holmes) ma anche tedeschi, ungheresi (la baronessa Orczy, che mi pare ungherese, è diventata molto popolare e i suoi romanzi sulla Rivoluzione francese hanno avuto varie edizioni nel «Romanzo Mensile» che pure deve avere una tiratura rispettabile – mi pare sia giunto a 25 000 esemplari) e persino australiani (di Guido Boothby che ha avuto pure diverse edizioni). Così nel «Romanzo Mensile» e nella «Domenica» deve prevalere il tipo d’avventura poliziesca. Sarebbe interessante sapere chi al «Corriere» era incaricato di scegliere questi romanzi e da quali criteri partiva.

Il «Mattino Illustrato», sebbene esca a Napoli, pubblica romanzi di tipo «Domenica», ciò che significa che c’è un gusto diffuso. Relativamente e forse anche in modo assoluto l’amministrazione del «Corriere della Sera» è la maggiore diffonditrice di questi romanzi popolari: ne pubblica almeno 15 all’anno e con tirature altissime. Deve venire poi la Casa Sonzogno (forse qualche anno fa la Sonzogno pubblicava molto di più che il «Corriere»). Un confronto nel tempo dell’attività editoriale della Sonzogno darebbe un quadro delle variazioni avvenute nel gusto del pubblico popolare: sarebbe interessante farlo, ma di una certa difficoltà, perché la Sonzogno non pubblica l’anno di stampa e non numera il più delle volte le edizioni. Uno studio dei Cataloghi darebbe forse dei risultati. Il confronto tra il catalogo di 40 anni o 50 anni fa e quello odierno sarebbe già interessante: tutto il romanzo lacrimoso-sentimentale deve essere caduto nel dimenticatoio eccetto qualche «capolavoro» del genere che deve resistere ancora (come la Capinera del mulino mi pare del Richebourg). Così è interessante seguire le pubblicazioni di questi romanzi a dispense.

Un certo numero di romanzi popolari italiani devono aver pubblicato il Perino e recentemente il Nerbini, tutti a fondo anticlericale, dipendenti dal guerrazzismo. Anche una lista delle case editrici di questa merce sarebbe interessante.