Tipo testo: B
Su Graziadei bisognerà poi fare una accurata ricerca sulla biografia politica e scientifica. Il suo libro sul nitrato del Cile: egli non poteva pensare alla possibilità della produzione sintetica dell’azoto che ha battuto in breccia il monopolio cileno: sarà interessante rivedere le affermazioni perentorie che egli ha fatto su questo monopolio. Per la sua posizione politica la risposta di Graziadei all’inchiesta del «Viandante» nel 1908-909: Graziadei era dei più destri e opportunisti. Opuscolo sul sindacalismo: il modello di Graziadei era il laburismo inglese, egli liquidatore del partito. La sua posizione nel dopoguerra curioso fenomeno di psicologia di intellettuale, che è persuaso «intellettualmente» dell’asinità del riformismo politico e perciò se ne distacca e lo avversa. Ma altro è la sfera dell’intelligenza astratta e altro quella della pratica e dell’azione. Nel campo scientifico trova, dopo il 22, il terreno di ritirata e il ritorno alla posizione di avanguerra. Si pone il problema: è leale ricercare nel passato di un uomo tutti gli errori che egli ha commesso per rimproverarglieli ai fini della polemica attuale? Non è umano che si sbagli? Non è anzi attraverso gli sbagli che si sono formate le attuali personalità scientifiche? E la biografia di ognuno non è in gran parte la lotta contro il passato e il superamento del passato? Se uno oggi è areligioso, è lecito ricordargli che egli è stato battezzato ed ha, fino ad una certa età, osservato le regole del culto? Ma il caso del Graziadei è ben diverso. Egli si è ben guardato dal criticare e superare il proprio passato. Nel campo economico egli si è limitato, per un certo tempo, a tacere: oppure ha sostenuto, a proposito del ritmo di accentramento del capi
In politica egli se la cavò affermando sofisticamente di essere stato «storicista» o «tempista» (se domina il boia, bisogna fargli da tirapiedi – ecco lo storicismo di Graziadei), cioè di non aver mai avuto principii: nel periodo 95-1914 «bisognava» essere laburisti, nel dopoguerra antilaburisti ecc. Ricordare l’insistenza noiosa di Graziadei a proposito dell’affermazione «le spese militari improduttive» che egli si vantava d’aver sempre avversato come sciocca e demagogica: sta a vedere come l’avversava allora, quando era favorevole all’andata al governo. Così è da notare la sua concezione pessimistico-pettegola sugli «Italiani» in blocco, tutti senza carattere, vigliacchi, esseri civilmente inferiori ecc. ecc., concezione stolta e banalmente disfattista, forma di antiretorica, che era poi una vera e propria retorica deprimente e da falso furbo, tipo Stenterello-Machiavelli. Che in Italia ci sia uno strato piccolo-borghese particolarmente repugnante è certamente vero, ma è questo strato tutta l’Italia? Sciocca generalizzazione. D’altronde anche questo fenomeno ha un’origine storica e non è affatto una fatale qualità dell’uomo-italiano: il materialismo storico del Graziadei rassomiglia a quello di Ferri, di Niceforo, di Lombroso, di Sergi e si sa quale funzione storica questa concezione biologica della «barbarie» attribuita ai Meridionali (anzi ai Sudici) ha avuto nella politica della classe dirigente italiana.
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